La Juventus deve vincere. La roulette degli anticipi e posticipi ha consentito ai bianconeri di poter contare su un match abbordabile prima di sapere il risultato della diretta concorrente. Ma i bianconeri sono ancora memori della gara di andata, nel corso della quale avevano subito la prima sconfitta stagionale. Gli uomini di Mazzarri arrivano invece al Delle Alpi ridimensionati rispetto a qualche settimana fa. Tre punti nelle ultime cinque partite hanno frenato la corsa degli amaranto, che, dal canto loro, hanno sempre effettuato ottime partite contro le “grandi”. Tra i bianconeri ancora indisponibile Nedved, a centrocampo viene preferito Blasi a Tacchinardi. Mazzarri invece, dovendo fare a meno degli squalificati Bonazzoli e Balestri e di Paredes indisponibile, schiera Borriello e Tedesco in supporto a centrocampo.
La partita inizia con ritmi blandi. Il match lo dovrebbe fare la Juve, ma in effetti gli uomini di Capello non hanno molto agonismo. E così la Reggina sale in cattedra: le ripartenze, che stanno tanto a cuore a Mister Mazzarri, fanno male alla difesa bianconera: sono passati 8’ quando Tedesco recupera un ennesimo pallone sprecato dai bianconeri nell’impostazione a centrocampo e si invola sulla fascia destra: riesce a crossa al bacio per la testa di Borriello protratto in tuffo: tiro su Buffon che tira un sospiro di sollievo. Si capisce subito che il match sarà più difficile del previsto per la compagine torinese; infatti Borriello ha di nuovo la possibilità in contropiede di battere Buffon: scatta sulla destra e calibra dal limite area un tiro sul palo opposto; l’estremo difensore della nazionale si supera e blocca. Siamo al 15’ e la Reggina ha già punto due volte. La Juve invece non fa vedere nulla di eclatante. Due tiri di Blasi scoccati dal limite, con poca convinzione e risultato penoso. A centrocampo i calabresi dominano; Mozart su tutti detta i tempi e innesca girandole di palloni che gli juventini non riescono a controllare. E’ ancora Borriello che svetta su un calcio d’angolo al 35’: palla a fianco del palo destro. Poi è Zalayeta che ci prova dal limite dopo aver vinto un rimpallo: tiro debole e neutralizzato.
La ripresa inizia così come si era chiusa la prima frazione: la Reggina sempre pronta a ripartire ma una Juve un po’ più ordinata a centrocampo, soprattutto con l’innesto di Tacchinardi al posto di Blasi. Infatti i bianconeri diventano più insistenti e al 13’ Ibraimovic coglie una traversa piena di testa su un cross preciso di Camoranesi. La Juve inizia a carburare: la Reggina invece inizia a sfaldarsi: Del Piero prende le redini del gioco e prova uno dei suoi colpi: dal limite tiro calibrato a girare che supera Pavarini ma si stampa sulla traversa. La Juventus ha messo paura ai calabresi che non riescono a ripartire: Mozart cala vistosamente e così gli uomini di Capello fanno la voce grossa: recupera un pallone con un intervento irruento Zebina, nella sua trequarti, e libera un cross in area: estro di Ibraimovic che di tacco libera Del Piero: colpo di esterno sul secondo palo.
E la Juve passa. Ora il compito diventa più facile. Sbloccato il risultato i bianconeri avrebbero altre possibilità, ma Del Piero in più occasioni non riesce a concludere o a far concludere. Borriello ha un’altra occasione d’oro al 24’: Mesto rilancia per vie centrali: l’ariete amaranto lascia sfilare e poi libera un tiro a tu per tu con Buffon: di nuovo sulle mani. Ma l’attaccante amaranto soffre di crampi e Mazzarri lo sostituisce con Zetulayev, attaccante giovane in comproprietà con i bianconeri. E lo stesso dopo pochi minuti presenta il biglietto da visita: rimpallo, libera un tiro che si spegne di poco a lato del secondo palo con Buffon inerme. Anche Mesto sul finire si fa pericoloso con un tiro a fil di palo. Ma il risultato non cambia. La Juventus raccoglie una vittoria importantissima: avrebbe messo la firma, dopo il primo tempo disastroso, Capello per un risultato del genere. La Reggina ha invece dimostrato due lacune che non le permettono di fare quel salto di qualità che ci si attendeva: non regge i novanta minuti e ha una panchina troppo corta.
L’immagine dei crampi di Borriello è emblematica così come la prova offerta da Esteves e Boundianski subentrati nella fase finale. Certamente non potevano sperare di fermare ancora la Juventus, soprattutto ora che è lanciata la volata scudetto. Ma l’ottimo primo tempo poteva produrre molto di più di quello che alla fine ne è scaturito. Certamente la Reggina si impersonifica in unico calciatore: Mozart. Quando il brasiliano c’è gli amaranto fanno più paura del Real Madrid. Calato il capitano, sparisce la pericolosità della Reggina. Ora gli obiettivi vengono ridimensionati: a Mazzarri occorre chiudere al più presto la pratica salvezza, per gettare le basi per il prossimo anno. I sogni d’Europa attenderanno ancora.