Il Milan si scuce lo scudetto dalle maglie al termine di una partita che le riserve rossonere buttano via in due minuti, dopo averla dominata senza problemi fino alla mezz'ora della ripresa. Ancelotti pensa giustamente piu' al Liverpool che al Palermo, e lascia il campionato alla Juventus, che vince cosi' il suo 28/o titolo con due turni di anticipo.
Dei giocatori che saranno titolari a Istanbul, il tecnico rossonero ne manda dieci in tribuna e uno (Inzaghi) in panchina e schiera cosi' una squadra di sole riserve con un esordiente assoluto (Lino Marzoratti, difensore destro classe 1986) e Simic alla sua prima apparizione stagionale.
Potrebbe bastare a battere un Palermo forse bloccato da tanta generosita' che gioca in modo a dir poco letargico. Si capisce subito infatti che il Milan avra' pochi problemi ad arrivare davanti a Guardalben e il gol di Serginho all'8' e' favorito da una lunga serie di errori che la difesa dei rosanero commettera' per tutta la partita.
Solo un minuto dopo Costacurta riporta la gara in parita', infilando nella sua porta un passaggio indietro di testa tanto preciso quanto potente che non lascia scampo ad Abbiati: un vero autogol alla Niccolai. Ma e' solo un pareggio temporaneo frutto di un regalo del Milan, che si puo' divertire giocando in scioltezza ed entrando a ripetizione in area. Ancora Serginho sfrutta nel modo migliore uno splendido assist di tacco di Crespo per riportare di nuovo avanti i rossoneri al 16'. Il ritmo dopolavoristico del centrocampo del Palermo subisce le avanzate dei vari Brocchi e Dhorasoo, mentre dalle fasce Serginho e Rui Costa non hanno alcun problema a servire con continuita' le due punte. La logica conseguenza di una partita che vede una squadra correre e un'altra camminare e' il terzo gol del Milan con Tomasson che trova al 32' il rimbalzo giusto per superare ancora Guardalben.
Eppure la difesa del Milan e' tutt'altro che imperforabile e l'uomo che dovrebbe darle solidita' ed esperienza, cioe' Costacurta, gioca al di sotto della sufficienza. Ma Toni riesce a colpire di testa una sola volta senza creare grossi problemi ad Abbiati e Barone e Santana non inquadrano mai la porta. E' allora il Milan ad andare ancora vicino al gol con Brocchi che prende il palo al 42', con la difesa del Palermo ancora ferma. La ripresa serve ad Ancelotti per dare un po' di minuti a Inzaghi, ma il Milan improvvisamente smette di giocare attorno alla mezz'ora e rovina quanto di buono fatto di precedenza. Zauli, che fino a quel momento aveva fatto di tutto per dare ragione a Zamparini che lo vuole vendere, si guadagna un rigore che Toni trasforma al 32'. E due minuti dopo, Barone si beve tutta la difesa rossonera e batte il colpevole Abbiati sul primo palo, per un pareggio del tutto inaspettato.
Il Palermo puo' quindi festeggiare la quasi matematica certezza della qualificazione in coppa Uefa. Il Milan perde invece lo scudetto, ma ha ancora una Champions League da vincere. Ma a Istanbul, contro il Liverpool, non potra' permettersi le pause che si e' concesso oggi.