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CHI VINCERA' IL MONDIALE ?

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LA STELLA MILAN NON BRILLA PIU'

Dieci coppe in campo per la finale di Champions League più titolata della storia del calcio. Milan contro Liverpool, rossoneri alla ricerca della settima coppa, gli inglesi della quinta. Da una parte ci sono gli uomini di Carlo Ancelotti, dall’altra quelli di Rafael Benitez. Nello scenario dello stadio ‘Ataturk’, con gli occhi del mondo intero puntati addosso e 70.000 tifosi presenti, le squadre promettono ‘battaglia’ e voglia di vincere per tornare in vetta all’Europa. L’ultima volta per il Milan è storia recente: 28 maggio 2003, due stagioni fa, campioni d’Europa dopo aver battuto la Juve nella finale dell’Old Trafford ai calci di rigore. Adesso una nuova occasione, di nuovo grandi protagonisti nella gara e nella serata più importante e che vale una stagione.
Carlo Ancelotti conferma le indicazioni precedenti la gara e schiera una formazione senza novità. Già eroico a Manchester, Nelson Dida presiede i pali della porta rossonera, in difesa a destra Cafu, al centro Stam e Nesta, a sinistra Maldini, alla sua settima finale europea. Centrocampo con Gattuso, Pirlo e Seedorf,, in attacco Kakà alle spalle di Crespo e Andriy Shevchenko, il pallone d’Oro rossonero, colui che a Manchester segnò il rigore della vittoria. Per Crespo, Kakà e Cafu prima finale europea, prima possibilità per vincere per la prima volta questo trofeo. Ancelotti aveva ammesso dubbi per la panchina, dove alla fine decide di portare Abbiati, Kaladze, Dhorasoo, Rui Costa, Serginho, Tomasson e Costacurta. Pippo Inzaghi va in tribuna, con Brocchi, Pancaro, Simic e Fiori. Benitez risponde con Dudek in porta, difesa a quattro con Finnan, Carragher, Hyypia, Traorè, davanti alla difesa Xabi Alonso, tre centrocampisti Luis Garcia, Gerrard e Riise, in avanti l’australiano Kewell a sostegno dell’unica punta Milan Baros. Non c’è quindi Cissè che era in ballottaggio con il ceco. Kewell, che non parte titolare in Champions dalla gara di andata contro il Bayer Leverkusen di fine febbraio, è preferito ad Hamann.
L’avvio è subito imprevedibile e sorprendente: Kakà, dopo un minuto di gioco, guadagna un fallo nei pressi dell’area dei ‘Reds’: il calcio di punizione è di Pirlo, Maldini riceve palla e di destro schiaccia e segna il gol del vantaggio infilando Dudek. Grande gioia del capitano. Non si poteva iniziare meglio. La reazione del Liverpool non si fa attendere e arriva al 5’prima con un sinistro al volo di Riise rimpallato dalla difesa, poi con un colpo di testa di Hyypia sul quale fa buona guardia Dida. Due minuti dopo si vede ancora il Milan con Pirlo che lancia in velocità Shevchenko, l’ucraino però, contrastato da Hyypia, non trova il tempo per il cross per Crespo. L’avvio del match è brillante: la squadra rossonera copre il campo intelligentemente, cercando di non concedere spazi agli inglesi ma dimostrandosi sempre viva e reattiva in zona offensiva. A conferma della vivacità offensiva il Milan sfiora il secondo gol al 15’: Crespo svetta di testa e colpisce sicuro, Luis Garcia riesce a salvare miracolosamente sulla linea. Passano due minuti e ci prova ancora di testa la squadra di Ancelotti, questa volta con Kakà che cerca di concretizzare il cross di Cafu, ma non è fortunato e la palla termina abbondantemente a lato. Al 23’ Benitez è costretto al primo cambio: Kewell non ce la fa, probabilmente per un risentimento muscolare, problema che l’ha tormentato tutta la stagione, al suo posto entra Smicer. Smicer fa l’esterno di centrocampo, Luis Garcia affianca Baros in avanti. Il Liverpool fatica a digerire lo svantaggio e, troppo prevedibile, non riesce ad impensierire davvero la difesa del Milan. Incide invece l’attacco rossonero che al 28’ con una combinazione tra Kakà e Sheva va ancora in gol. Il talento brasiliano verticalizza per Sheva che scatta e infila Dudek, ma secondo la terna arbitrale è in fuorigioco. Si arrabbia Ancelotti. Ci riprova il numero 7 del Milan al 33’quando aggancia in area e prova il tiro da buona posizione ma, ostacolato da Traorè, non riesce a concludere cadendo a terra. Al 39’ però il Milan raddoppia: Kakà parte in velocità, appoggia a Sheva che a sua volta cerca e trova Crespo. L’argentino riceve e di sinistro supera Dudek. Quattro minuti dopo Crespo replica: Kakà lancia lungo e il numero 11 del Milan con un tocco sotto di destro segna il terzo gol ed esulta. Si chiude così il primo tempo: grande Milan all’Ataturk, la squadra non ha concesso quasi niente e ha segnato tre gol concretizzando il buon lavoro di tutti.

Ad inizio ripresa il Liverpool si presenta in campo con una novità: Benitez toglie un difensore, Finnan e inserisce il centrocampista Hamann. Il Milan non si preoccupa del cambiamento tattico e fin dai primi minuti di gioco prosegue nel suo gioco a testa bassa. Al 3’ Hyypia chiude in angolo dopo una papera di Dudek e una conclusione di Cafu. Pochi minuti dopo, sempre il difensore finlandese, stende Kakà in progressione, sul successivo calcio di punizione Sheva impegna Dudek in una difficile parata. Il Liverpool capisce di non poter stare a guardare e prova a guadagnare metri nella metà campo rossonera. Al 9’ la partita inaspettatamente si riapre, Gerrard infila Dida con un colpo di testa ravvicinato e di fatto alimenta le speranze dei tanti inglesi presenti sugli spalti. Il Milan accusa evidentemente un pauroso calo psicologico. Nel giro di quindici minuti la partita prende una svolta incredibile. Smicer all’ 11’ con un gran destro dal limite riduce ulteriormente le distanze, mentre al 13’ Gattuso spinge Gerrard alle spalle e Gonzalez assegna così il calcio di rigore. Dal dischetto lo spagnolo Xabi Alonso prima si fa parare il tiro da Dida ma poi è lesto a ribadire in rete per il più rocambolesco dei pareggi. Il Milan appare tramortito, la formazione di Carlo Ancelotti concede troppi spazi e al 18’ Riise impegna Dida in due tempi. I cambiamenti tattici di Benitez appaiono efficaci, gli spazi per i rossoneri si riducono e la squadra inglese vola sulle ali dell’entusiasmo. Necessariamente Carlo Ancelotti prova a riorganizzare la squadra comandando il possesso palla, l’intuizione è buona, ma al 25’ Shevchenko si vede ribattuto sulla linea il suo tiro a botta sicura. Il Milan si posiziona allora in campo con il 4-4-2, Kakà si sposta più largo pronto poi ad accentrarsi alle spalle di Shevchenko e Crespo. I minuti passano, il nervosismo affiora tra i rossoneri mentre il Liverpool non sembra voler affondare concedendosi ad una fitta ragnatela di passaggi. Crespo fa grande movimento, l’argentino al 35’ defilato sulla destra porge palla a Kakà ma il brasiliano viene anticipato. A questo punto gli inglesi tolgono Baros e inseriscono Cissè, mentre Carlo Ancelotti richiama Crespo e Seedorf ed inserisce Tomasson e Serginho. La difesa rossonera si posiziona a tre uomini, Cafu sale sulla destra mentre Serginho spinge a sinistra. Il Milan non ci sta, Sheva prova ad accelerare ma viene chiuso in angolo al 43’, sul successivo corner Stam svetta di testa ma Kakà devia fuori misura. E’l’ultima occasione dei novanta minuti, l’arbitro Gonzalez dopo due minuti di recupero manda le squadre ai tempi supplementari.

I rossoneri iniziano decisi i supplementari prima con un colpo di testa di Tomasson soltanto sfiorato, poi con un tiro di Pirlo che sorvola la traversa.
Al quarto minuto il Milan usufruisce di un calcio di punizione del quale si incarica Pirlo. Ancora una volta il centrocampista bresciano sbaglia la mira e il suo destro termina alto.
Le squadre accusano un po’ di inevitabile stanchezza e la gara ne risente a livello estetico: il Milan punta sempre sul possesso palla, il Liverpool però controlla bene e copre accuratamente ogni zona del campo. Al 10’ grande occasione per la squadra di Ancelotti: splendido lancio di Serginho, Tomasson in posizione favorevole cerca il tapin vincente a gamba tesa ma non impatta bene la sfera e la deviazione non gli riesce. All’ultimo minuto si registra anche un tiro-cross al volo di Shevchenko, bello ma poco efficace.
Al 3’ minuto del secondo tempo supplementare il Liverpool si fa pericoloso sui calci da fermo con due calci d’angolo, Hamann ci prova da fuori ma la difesa rossonera libera.
Passano centoventi secondi e la formazione milanista costruisce un’altra bella occasione. E’ ancora bravo Serginho sulla fascia che mette in mezzo un buon pallone, Tomasson è in ritardo e gli inglese ne approfittano. Ancelotti attua così il terzo cambio: Rui Costa entra al posto di Gattuso.
Al 9’ bell’azione di Pirlo che supera Carragher e cerca di entrare in area, il difensore lo atterra. Calcio di punizione: tira sempre il numero 21 ma complice una deviazione la palla esce.
Il Milan sfiora il gol al 13’, ma Dudek dice no con l’incredulità di tutti i rossoneri: strepitoso il portiere degli inglesi che ferma prima un colpo di testa, poi un sinistro, entrambi ravvicinati, di Shevchenko. L’ucraino si dispera, insieme a lui i tifosi e non solo quelli presenti all’Ataturk.

Niente da fare: a decidere chi saranno i campioni d’Europa sono i calci di rigore.
La lotteria dei penalty premia il Liverpool: per il Milan errori di Serginho, Pirlo e Shevchenko. Liverpool campione d’Europa.


MILAN-LIVERPOOL 5-6 DOPO I RIGORI (3-3)
Marcatori: 1’pt Maldini (Mil), 39’ e 43’ pt Crespo

La Redazione

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