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LA JUVE TORNA SUL SUO BINARIO

La Juventus si rilancia dopo le sconfitte di Monaco e Milano, e ritrova sorriso e vittoria; non va così bene all’Udinese che, nonostante una rimonta eroica, si fa beffare e torna a casa da Brema con una forte consapevolezza di sé ma senza quei punti che l’avrebbero definitivamente rilanciata nella corsa al secondo posto.

Nella rivincita della doppia sfida tra Italia e Germania, per le nostre arrivano note decisamente più liete rispetto a due settimane fa. La doppietta di Trezeguet fa tornare il sorriso ai tifosi bianconeri e rimette in moto il perfetto e oliato meccanismo juventino, apparso un po’ arrugginito nelle ultime due uscite. La squadra è tornata ad apparire la perfetta incarnazione dello spirito del suo allenatore, pragmatico e vincente, che non ama svolazzi e ricami, ma un’efficienza e una precisione sotto certi aspetti molto germanici.

La Juve di Capello è probabilmente la più tedesca delle squadre italiane, precisa, solida, compatta e cinica e ha battuto il Bayern con le sue stesse armi, trovando poi in Trezeguet un finalizzatore perfetto capace di mettere a nudo, nel confronto a distanza, i problemi offensivi degli avversari con un Makaay che, dopo i sei gol nelle prime tre partite stagionali, è ormai a secco da oltre mille minuti e Santa Cruz di nuovo sotto i ferri per la rottura dei legamenti.

Questa analogia strutturale è sancita e sottolineata dalla vicinanza dei tifosi bavaresi alla battaglia dei supporters italiani contro le innovazioni e le degenerazioni del calcio moderno. Anche i bavaresi, infatti, sono d’accordo che “+ decreti” significhi avere “- spettatori”, o almeno così recitava lo striscione, in italiano, comparso all’improvviso nel settore riservato ai tifosi bavaresi. Per Capello c’è comunque, pur nella generale soddisfazione, qualcosa su cui riflettere: la scarsa vena di Camoranesi, restato in campo solo mezz’ora e le bizze giovanili di Ibrahimovic espulso per doppia ammonizione ad un minuto dalla fine.

Se la Juve esce con rinnovata convinzione dal “Delle Alpi”, non è da meno l’Udinese, nonostante la sconfitta di Brema. Il Werder è squadra in forma, dall’attacco in grande spolvero, ed è l’unica squadra, con l’Amburgo, che sembra reggere il passo dei panzer della Baviera. I piccoli friulani, però, giocano una partita maschia e gagliarda e, tra ingenuità e un po’ di sfortuna, si ritrovano sotto di tre gol. Lungi dal perdersi d’animo, dal darsi per battuti, la truppa di Cosmi tira fuori gli artigli, e con l’accorata incoscienza di chi sa di non avere nulla da perdere, si traveste da Liverpool, trova in Di Natale il suo Gerrard e rimonta tre gol in sei minuti, con la gentile collaborazione anche del difensore Schulz che con un’autorete sancisce l’avvenuto aggancio.

Ma qui la squadra si riscopre ingenua e paga dazio per un eccesso di foga di Pinzi. Venti minuti in inferiorità numerica sono troppi, dopo aver speso così tante energie fisiche e mentali, per pensare di difendere il punto fino alla fine. Ma la squadra esce sconfitta, ma non battuta, e può tornare a casa a testa alta dopo un duello intenso e paritario: e da questo Cosmi deve partire per rilanciare un’Udinese che, se continuerà a giocare con la stessa grinta e lo stesso entusiasmo, potrà ancora dire la sua.

Un bilancio, dunque, certamente positivo, con la Juve cinica e calcolatrice e l’Udinese spavalda e fin troppo generosa che, al di là dei differenti risultati, possono trarre dalle rispettive sfide le stesse certezze e proseguire il cammino con rinsaldata fiducia nei propri mezzi.

Alessandro Mastroluca da goal.it


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