Per quanto riguarda le squadre che si contendono in questo momento il vertice della classifica, i risultati ottenuti da Milan e Juventus appaiono quanto di più banale, un inno all’ovvietà, due segni secchi in schedina. Così non è stato, nonostante le vittorie. Proprio queste partite sembrano disseminate di trabocchetti insidiosissimi, la banalità si trasforma nella paura di essere in procinto di regalare un 14 milionario. La Juve dopo aver sentito un brivido nella schiena se la cava meglio del Milan che solo quando Cesarini era già nella doccia, la sua famosa zona ormai superata, parte del pubblico già sulle rampe verso la propria auto, raggiungono un risultato pieno che sembrava ormai sfumato, anche se onestamente meritato. E’ il bello del nostro calcio : guai a distrarsi. Se in questa giornata le cose sono andate bene alle due grandi, sono recenti i ricordi di capitomboli clamorosi e inaspettati. In qualche modo ne è stata vittima la Sampdoria, che, apparsa in ripresa, è ruzzolata dai sogni alla realtà in casa di un Cagliari per cui la parola vittoria era diventata ultimamente solo un nome proprio femminile. Frena anche l’ottimo Livorno con un po’ di sfortuna, ma anche il Chievo è squadra tignosa, regali non ne fa, Babbo Natale vive molto più a nord di Verona.
Del Piero – Trezeguet. Se ne è parlato talmente tanto da venire a noia l’argomento, ma due paroline mi sembrano doverose. Al di là dei normali battibecchi sul campo, cose di ordinaria amministrazione, e della normale preferenza di un attaccante per un partner piuttosto che per un altro, mi sembra doveroso considerare l’aspetto umano della vicenda. Del Piero ha ingoiato una quantità di panchine tale da essere difficile ricordare una situazione analoga vissuta da un giocatore del suo spessore. Tutto con la massima dignità, senza polemiche e dando un contributo sostanziale ogni volta che è stato chiamato. Io penso semplicemente a quanta amarezza deve aver provato, a quanta forza deve avere trovato per allenarsi duro e farsi trovare sempre pronto. Non è una situazione normale. Prima di tirare un vaffa ad un giocatore così bisognerebbe attingere a quel minimo di sensibilità e di senso del gruppo che spesso fanno la differenza tra un fuoriclasse ed un ottimo giocatore. Tutto ciò senza entrare minimamente nel merito delle ragioni dell’uno e dell’altro, ma confrontando semplicemente due anime con concezioni evidentemente diverse di purgatorio e paradiso.
Quanto sei bella Roma quando è sera. Ritorna Prandelli, dopo aver abbandonato i giallorossi per poter essere vicino alla moglie malata. Sembrerebbe un fouilleton a sfondo sportivo se non fosse vita e sofferenza vera. Uomo dalla preparazione tecnica e dalla umanità immense, ci piace rivederlo al timone di una squadra, disputando per di più uno splendido campionato, in quello stadio che aveva sognato e non ha mai potuto essere suo. E’ andato dove l’ha portato il cuore, dire che mi è simpatico è parecchio riduttivo. Intanto segna Tommasi. Mi associo all’entusiasmo dei commentatori di Sky. E’ un gol alla cattiveria della sorte ma anche alla volontà e alla impossibilità di arrendersi. Un gol che richiamerebbe frasi epiche ma dietro c’e’ solo un uomo che non sa chinare il capo di fronte alle avversità, che lotta e ritorna a galla. Gli Dei del pallone ogni tanto guardano giù e fanno opera di giustizia.