Giornata interlocutoria doveva essere e fino alla fine sembrava esserlo davvero. Per l’unico brivido bisognava aspettare il posticipo. Un Milan che è riuscito fino ad ora a mascherare terribili topiche difensive grazie al suo prolifico attacco cade con un tonfo pauroso davanti alla Roma. Merito dei giallorossi e di Spalletti aver imbrigliato tutte le iniziative rossonere ma il Milan ha davvero fatto quasi niente giocando con una lentezza, un’imprecisione ed un’incertezza che se compromettono terribilmente il presente gettano un’ombra buia anche sul futuro. Parliamoci chiaro, se non è un addio al campionato ci assomiglia molto e giocando così non è che in Champions si prospettano notti di gloria. Intanto aggancio della Fiorentina, sorpasso dell’Inter e la Juve, che notizia, che allunga di un altro punto sulla seconda.
Juve e Inter infatti vincono secondo copione. Certo hanno faticato più di quanto fosse forse lecito aspettarsi ma partite un po’ in sordina capitano, alla fine l’essenziale è vincerle. Gli scudetti si decidono di frequente sui punti buttati in questi incontri prima ancora che in quelli diretti.
Ad Ascoli arriva invece la vittoria numero 100 in massima serie, mi fido ciecamente di chi ama compilare statistiche visto che io non ne sono personalmente un grande fan. Questa però mi piace registrarla perché anche i bianconeri si inseriscono a buon diritto nella provincia che piace, quest’anno esaltata da Livorno e Chievo su tutti. Continuo a sostenere che siano insostenibili le tesi a volte piagnone, altre più specificatamente accusatorie, di alcuni club rappresentanti grandi città. Proprio questa provincia lo dimostra collocandosi spesso davanti a compagini con mezzi economici e strutturali di ben altra portata. In momenti di difficoltà sarebbe opportuno praticare il terreno della saggia amministrazione e degli acquisti mirati, della valorizzazione e della ricerca di giovani di valore anziché inseguire sogni irrealizzabili di grandeur, spesso più fumosi che reali.
A volte ritornano. Si rivede Buffon riprendere il suo posto tra i pali. Discutere sul valore assoluto di questo portiere è, perdonatemi, operazione ridicola. Valutare se riesca a recuperare la piena forma è compito che dobbiamo affidare al campo. Ma in questi giorni si è assistito all’apoteosi vergognosa dello sport più praticato nella nostra patria dopo il calcio. Secchiate di gossip e di pettegolezzo sono state versate a mio parere in modo ipocrita e offensivo. Buffon non ha mai generato sospetti sulla sua professionalità, cominciare a spargere dubbi ora mi sembra esercizio perfido.
Luca Toni torna al gol. Dopo aver segnato gol a raffica e con una puntualità sconcertante ha conosciuto una breve pausa immediatamente seguita da dibattiti e dotte riflessioni dove veniva posta la somma questione se il bomber gigliato non fosse giunto al capolinea, se il suo inizio di stagione non fosse stato un semplice fuoco di paglia. Per favore. A parte il fatto che anche nelle partite in cui non ha segnato Toni si è reso utilissimo come assist man e come riferimento offensivo per i compagni, è altrettanto vero che l’eccezione è rappresentata da un rendimento tanto elevato, non certo da tre partite senza gol. Oggi il ritorno con una gran doppietta, tutti zitti, si cercano altri bersagli, altri casi, sui giornali si dovrà pur scrivere qualcosa. Alla prossima.