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CHI VINCERA' IL MONDIALE ?

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NESSUNO COME LA ROMA

Esistono disegni perfetti, alle volte, che già per come nascono si capisce che saranno un successo incredibile. Si gioca tutto in una sera, è vero, ma quando la scena è perfetta e la concentrazione è alle stelle, nulla ma proprio nulla ti può fermare. Così è, per esempio, un ipotetico record di 11 vittorie di fila proprio contro i nemici di sempre, proprio sotto gli occhi di Di Canio, proprio sotto la curva Sud assieme ad un capitano che sventola la bandiera giallorossa in preda ad un’ondata di amore e passione, che apre gli occhi su tutte le magie dello sport più bello del mondo. E solo una cosa può rendere ancora più bello questo sogno: il fatto che si è appena avverato.

Il 26 febbraio 2006 sarà una data che resterà impressa per sempre nella mente dei tifosi giallorossi e negli annali della storia del calcio. Nessuno, sino ad oggi, era riuscito a vincere 11 partite consecutive. La Roma, una squadra che puntava in alto salvo poi rimanere delusa e, come araba fenice, risorgere dalle proprie ceneri, ci è riuscita. Merito di Luciano Spalletti, di Francesco Totti, del Presidente Sensi che ha regalato un’immagine intrisa di romanticismo e sportività in quelle lacrime versate nell’abbracciare i suoi ragazzi, ma soprattutto merito di tutti i giocatori che hanno saputo far fronte a tutte le emergenze portando a casa la vittoria in ogni maniera possibile. Ieri sera l’Olimpico si è illuminato tutto per loro, più delle luci di San Siro, più delle stelle di tanti grandi club che da ieri sera hanno trovato un cielo giallorosso a illuminare il firmamento del calcio con un record semplicemente eccezionale.

La storia del derby, invece, non si discosta da quella di molti altri. Entrambe le squadre hanno giocato bene, qualche volta addirittura la Lazio è sembrata sopraffare la Roma, ma due momenti particolari hanno deciso la gara in favore della squadra più cinica e concentrata. Lo spettacolo non è stato dei più esaltanti, ma si sa che in un derby non si può giocare bene. Si può vincere, perdere, o pareggiare, ma del bel gioco ci si dimentica, e in questo caso è la cosa più naturale del mondo. Molto concentrata la difesa giallorossa, con un Mexes in grande spolvero che chiude ogni spazio e fa gli straordinari. A centrocampo ottimo lavoro dei mediani, De Rossi su tutti, che hanno dovuto supplire alle mancanze di un Montella ancora fuori forma. Molto bene Mancini, uomo assist in entrambi i gol, che ha deciso la partita sulla lunga distanza grazie alle sue abilità tecniche e fisiche.

Spettacolare l’atmosfera sugli spalti. Dopo i tre fischi finali è iniziata una vera e propria bolgia con tanto di capitano sotto la curva e Di Canio sotto il tunnel d’uscita con gli occhi a terra e le sopracciglia inarcate. Canti, bandiere, slogan e balli hanno fatto da cornice ad una gara storica, nella quale circa venti giocatori hanno impresso i propri nomi nelle pagine degli annali del calcio. Modo migliore, per vincere un derby, non c’era di certo. Oggi la Roma si sveglia in un clima euforico che le potrà dare tanto anche in ottica futura, in attesa di tornare a vincere molto, in attesa di scrivere altre pagine dei libri di storia. Perché, come ha detto Francesco Totti appena dopo la partita, “La Roma è la storia, e tutto il resto è niente”. Forse queste dichiarazioni possono apparire esagerate, ma si sa che l’amore è follia e in un calcio basato sui bilanci e sulle polemiche, una bandiera tesa al vento non può far altro che ricordare la vera quintessenza di questo sport.

Andrea Bonetti da gol.it

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