L'agenda è implacabile: mercoledì 5 Aprile ore 20.45, stadio Delle Alpi di Torino, dentro o fuori. L'appuntamento segnato in rosso e sottolineato è con l'Arsenal di Henry per il ritorno dei quarti di Champions league. Si potrebbe trattare di "ritorno al passato", alla stagione scorsa, ad una Juventus estromessa dall'Europa quasi senza lottare da un Liverpool cinico e pratico.
Corsi e ricorsi storici. Il periodo è lo stesso, la stanchezza fisica e l'impotenza Juventina, pure. Una squadra abulica, priva di idee, spenta, incapace di costruire anche una sola azione da rete. I denigratori juventini diranno: dov'è la novita? La squadra di Capello non ha mai praticato un gioco offensivo stile Milan o Barcellona, è un collettivo "fisico", che deve star bene in ogni suo singolo per produrre calcio.
La verita, come al solito, sta nel mezzo. La forza fisica e lo strapotere atletico della Juve, imposto in campionato per lunghi tratti, è frutto di una precisa scelta societaria. Mi spiego meglio: se costruisci in sede di mercato un centrocampo con Vieira ed Emerson con ai lati un maratoneta come Nedved, è chiaro che faticherai a ribaltare velocemente l'azione, puntando invece sul possesso di palla e sulla potenza atletica.
Questi "passisti" del centrocampo abbisognano della miglior condizione, senza la quale viene a mancare l'intera base del progetto capelliano. A proposito del tecnico, stupisce il suo attuale immobilismo e poco sensate appaiono alcune sue scelte: 1) potendo gestire il campionato quasi a piacimento, era logico affidarsi maggiormente alle seconde linee; Blasi, Giannichedda, Olivera, Kovac avrebbero consentito ai titolari di rifiatare, specie nel momento caldo della stagione. Anche l'utilizzo di Del Piero nel match di sabato con la Roma è apparso quantomeno avventato e inopportuno.
2) immobilismo tattico nel match di martedì: Zebina in campo(anche alla luce delle ultime prestazioni) e Balzaretti in panchina è una scelta che grida ancora vendetta; Mutu adattato cursore di fascia è una soluzione che può andar bene contro squadre di basso profilo. Piuttosto il rumeno andrebbe utilizzato da seconda punta, specialmente in assenza di Del Piero, basti ricordare le stagioni parmensi con Mutu a duettare con Adriano. L'utilizzo di Blasi, specie nel secondo tempo, avrebbe fatto comodo in un momento in cui occorreva intercettar palloni e proporre forze fresche.
Ora la montagna da scalare è più che mai ripida, recuperare due reti ad una squadra imbattuta in trasferta nell'attuale edizione di Champions, è un'impresa che sa di miracolo. Ma proprio il non aver più nulla da perdere potrebbe rappresentare la "salvezza" juventina. Un 4-3-3 di stampo Zemaniano (passateci l'accostamento) con Del Piero a supporto di Trezeguet e Ibrahimovic ed un centrocampo tutto grinta e corsa con Emerson, Blasi e Nedved. La speranza è che Capello ci ascolti.
Carlo Larini da goal.com
La Redazione