non possiamo arrenderci.sarebbe ancora più grave di aver sottovalutato il fenomeno di dissociazione sociale che sta avvenendo. Questa è la mia sintesi all'indomani della tragica nottata di catania. Tutti hanno sottovalutato il fenomeno. I legislatori, che non hanno saputo partorire leggi e regole severe. il mondo del calcio che ha lavorato (neanche bene) per vendere ovunque il prodotto calcio senza investire un euro sulla cultura calcistica, i comunicatori del pallone ( qui ci sono anch'io) che hanno dedicato tutto il loro lavoro a sottolineare e a raccontare l'errore dell'arbitro, le polemiche inutili, ignorando che l'intero movimento stava implodendo. le società di calcio che per buona parte hanno sempre recitato un ruolo di complicità con il cosi detto tifo organizzato. tutti colpevoli. Il calcio è diventato gradualmente senza che ce ne accorgessimo, la casa degli imbecilli. Qui hanno trovato rifugio quella parte di gioventu senza valori che si muovono in branco per paura di stare soli. Qui hanno trovato casa quei menager incapaci di gestire una qualsiasi azienda. Hanno prodotto debiti, hanno arricchito senza misura e per comodo la classe protetta dei calciatori. mettendoli su un piano, quest'ultimi, esagerato, da dove producono sempre più spesso un pessimo modo di fare sport stando ad una distanza abbissale dalla gente. Tutti colpevoli. Ora però si deve cogliere questa drammatica e tragica occasione per cambiare rotta. leggi severissime e applicabili. La famosa legge Pisano che tutti indicano come fallimentare è stata fortemente ridimensionata prima di essere approvata. Quei parlamentari che chiesero e ottennero quelle riduzioni di efficacia dovrebbero uscire allo scoperto e ammettere i loro errori. Non lo faranno mai. Abbiamo tutti il diritto di chiedere contromisure adeguate. Quei genitori che ritengono i propri figli ultrà a rischio è bene che li convincano a non andare allo stadio. le nuove norme dovranno essere severe e comunque capaci di scoraggiare chi ha pensato fino ad ora che allo stadio tutto è ammesso, insultare, aggredire, e anche uccidere.