Semplicemente… nella storia!
Il Milan nello stadio Olimpico di Atene, dove la storia si confonde con lo sport e i contorni sfumano tutt’intorno di atmosfere di altri tempi e emozioni forti… è la storia, nella città greca della storia. E questa volta la scrive il Milan, che conquistando la settima coppa dei Campioni diventa il club più vincente al mondo.
Oh già parlavamo di storia: la storia che ha scritto il Milan di Silvio Berlusconi, a lui onori e oneri di fare grande una squadra, molto più una società e confermarsi negli anni, 20 e superare sempre se stessa. Il Milan di Carlo Ancelotti, una persona perbene, mai fuori dai toni bassi e umili, di chi il calcio ne ha masticato tanto, togliendosi più di qualche soddisfazione, vincendo l’impossibile, o meglio per il suo Milan tutto è possibile, senza togliersi mai dalla faccia, quell’espressione di meraviglia, senza mai concedersi il lusso di essere “arrivato”. Il Milan di Paolo Maldini, il giocatore dei giocatori, il campione uomo, che ha reso bello, pulito e leale l’immagine del calcio italiano negli anni, ben 20 anche per lui sui campi e sempre con quella maglia rossonera addosso, cucita come la propria pelle, un angelo, incarnata in diavolo, Maldini, il capitano delle vittorie, dei trionfi, ben cinque coppe campioni alzate al cielo, seguendo le orme di papà Cesare, quale altro riconoscimento più del trionfo stesso può essergli concesso, lui così poco star e così tanto campione, vuole ancora vincere e da l’appuntamento per l’Inercontinentale, passando per la Super Coppa Europea… Il Milan di Kakà, fuoriclasse dal cuore limpido, da bambino, gioisce e piange, con Pirlo, Seedorf, Nesta, Oddo, Dida e tutti gli altri compagni, sono lacrime di felicità assoluta, ma di rispetto verso quegli avversari che erano stati in grado di farli piangere le lacrime più amare, appena due anni prima.
Sono lacrime di commozione e gioia come quelle del diavoletto, che all’età di 33 anni non si arrende agli infortuni, alle polemiche e sente certe partite come solo può farlo, Inzaghi, solo Pippo, anzi Super Pippo, può trascinare il Milan nella leggenda. Basta una deviazione quasi involontaria dello sciacallo dell’area di rigore e una rete macinata sul filo del fuorigioco nella ripresa per cambiarti la vita. Per cambiarla a 25 ragazzi, a una città intera…
E allora eccoli i campioni a rendere orgogliosi una nazione intera l’Italia, che dopo aver alzato il trofeo più prestigioso della Coppa del Mondo a Berlino ad Atene, conferma la forza e forse, scusate, anche la superiorità del Bel Paese nel bel calcio, alzando la coppa più prestigiosa per club.
Sono i rossoneri a portare prestigio al nostro calcio, forse fin troppo maltrattato e deriso… gli stessi che non dovevano nemmeno partecipare alla competizione, penalizzazioni a inizio stagione e preliminari di Champions, tante le avversità superate, i risultati deludenti, gli infortuni, le chiacchiere e a sfiducia, ma è come dice Ancelotti, i grandi trionfi, si costruiscono nelle difficoltà, e ancora una volta, Carletto ha saputo ricostruire, rivitalizzare, per portare sulla vetta più alta il suo Milan.
Proprio contro il Liverpool, dopo Istanbul, poteva far tremare le gambe, rivincite, vendette, prendersi quel che è sfuggito in maniera così, quasi mistica… ma è stata una notte di campioni, da campioni.
E la “V”, non è di Vendetta ma di Vittoria.
La Redazione