L’Inter è oramai un caso patologico. Dispiace dirlo ma va trattata come tale. E’ un’azienda che produce un calcio anemico da cui è difficile ottenere risultati. Lunedì l’ultima puntata di questa commedia tutta italiana che somiglia sempre più ad una farsa, le dimissioni di Moratti.Mi vien da ridere. Che vuol dire che il padrone si dimette. Da cosa e da chi? Il sig. Massimo che fino a poche ore prima continuava a prendere impegni economici generosi ma folli, non può permettersi di dimettersi.
Troppo comodo. Troppo facile. Trovi piuttosto una proprietà facoltosa almeno quanto lui, ma che sia capace di gestire l’azienda calcio meglio di lui. Gli interisti però non hanno più bisogno di resoconti di cronaca, anche perché questa è sempre più amara.
Servono da subito quelle prestazioni per cui gente come Vieri viene pagata. Prestazioni da campioni. All’Inter non ce ne sono molti, ma quelli che ci sono sono più che sufficienti per rendere digeribile l’ennesima annata amara. Agganciare il quarto posto, battere il Milan nel derby potrebbe essere un’idea.

Totti, Del Piero, Kaka. Che spettacolo. Sono l’essenza del calcio. La buona ragione che ci spinge a considerare questo gioco l’unico capace di farci tornare bambini ( nel caso in cui, uno non lo fosse più, ovviamente) questa razza va protetta. Anche dai calcioni gratuiti. Ieri ad esempio a Roma era chiaro che quelli della Samp, che sono oltretutto una gran bella squadra, cercavano di limitare il romanista attraverso contrasti mirati. Abbiamo bisogno tutti di un grande Totti. Tra cinque mesi saremo tutti lì ad incoraggiarlo con la speranza che il fuoriclasse romano spinga l’Italia lassù dove ci piace stare. Sul tetto d’Europa.